Siamo stati tutti travolti dalla Pandemia e scaraventati in un tempo dal futuro incerto, un tempo pieno di contraddizioni tra grandi speranze e pessimistiche previsioni. Viviamo un tempo permeato da grandi delusioni su ciò che potrebbe essere ma ancora non è e da grandi rimpianti per ciò che poteva essere ma invece ancora una volta non è stato.
Sembra che il mondo e la società si stiano dividendo sempre di più in due modalità di approccio alla vita: “innovatori” e “conservatori”.
Questi due tipi di orientamenti in un certo senso si stanno fronteggiando gli uni per superare vecchi schemi e cambiare alcuni paradigmi evidentemente obsoleti, gli altri per sperare di rallentare il cambiamento e tentare quasi una restaurazione di modi individualisti e autoreferenziali intrisi di illusorie ideologie già spazzate via dalla realtà esistente. Non sono aspetti semplici e stabili da distinguere perché oggi più che mai serve un approccio alla complessità articolato, integrato, sistemico. A volte possiamo ritrovarci tutti nell’una o nell’altra posizione a seconda del tema, della situazione, oppure anche nel caso di una legittima convenienza personale.
I conservatori spesso non accettano volentieri le sfide del cambiamento e dell’innovazione e resistono nella propria area di comfort nostalgici di un tempo passato, contribuendo così a conservare lo status quo anche se ormai superato da fatti evidenti e inarrestabili.
Gli innovatori spesso accettano con entusiasmo le nuove sfide di innovazione e cambiamento e diventano proattivi decidendo di lasciare la propria area di comfort per andare alla scoperta di nuovi stili di vita e lavoro, contribuendo così a favorire un cambiamento costruttivo per se e per altri.
Mentre si fronteggiano questi due modelli di interpretazione della vita, si creano conseguentemente tra le persone comportamenti di vario genere riconducibili in qualche modo all’uno o all’altro stile. Alcuni di questi comportamenti che elenco qui di seguito sono più utili e sostenibili, altri più pericolosi e alla lunga poco redditizi.
Ci sono persone che non accettano ancora l’idea dell’utilità di investire su se stesse, sul proprio miglioramento e sulla propria formazione personale e lavorativa.
Ci sono persone che investono su se stesse e sulla formazione per sviluppare le proprie potenzialità.
Ci sono persone che ritengono che le loro capacità e le loro idee siano perfette e quindi non modificabili.
Ci sono persone che più consapevolmente sanno di poter apprendere nuovi strumenti concreti e pratici, in termini di conoscenze e comportamenti, per poter migliorare le proprie competenze.
Ci sono persone che ricercano un immediato e rapido benessere, sperperando tempo e denaro in cerca di bacchette magiche o strategie miracolose per il successo.
Ci sono persone che sanno valutare oculatamente il ritorno dei propri investimenti in benessere e autoformazione sia in termini di tempo, risorse economiche, energie mirando così ad un intimo successo personale da ottenere con lungimiranza, pazienza e nel tempo.
Ci sono persone che si illudono di essere autonome e di avere il controllo completo della propria vita e invece sono soggiogate, dal volere di altri, dai condizionamenti, dai vizi e dalla propria debolezza di propositi e da una mancanza di responsabilità individuale e impegno.
Ci sono persone che stanno imparando a gestire se stesse, le proprie motivazioni, gli obbiettivi, il cambiamento, le relazioni con gli altri, che hanno imparato a migliorarsi, diventando più autonome e interdipendenti.
Ci sono persone che vorrebbero investire poco per apprendere molto aspettandosi dei “cambiamenti miracolosi”.
Ci sono persone che sono coscienti del fatto che per avere migliori risultati in ogni cosa della vita serve aumentare la competenza, la motivazione, l’impegno e infine la perseveranza.
Ci sono persone che sperano di diventare ricche e famose con poco sforzo e seguendo ricette finanziarie o di marketing mirabolanti di presunti e improbabili Businessman che spopolano nel web.
Ci sono persone che sono concrete e consapevoli che sanno riconoscere le proprie qualità e le coltivano con pazienza, perizia e ferrea determinazione, definendo obbiettivi chiari, concreti, raggiungibili, stimolanti, temporizzati progettando così il proprio futuro e ottenendo conseguenti risultati.
Ci sono persone che avendo a disposizione risorse pratiche limitate, purtroppo si vedono spinte ad abbandonare i propri sogni e obbiettivi puntando a sopravvivere con espedienti, scorciatoie e a volte anche ricorrendo a illeciti.
Ci sono persone che pur con risorse limitate e condizioni pratiche svantaggiate, si attivano creativamente e con onestà e correttezza per ottenere comunque qualcosa di meglio per la propria vita.
Ci sono persone che aspettano passivamente che il mondo intorno a loro cambi o che torni come un tempo, pensando di poter vivere meglio.
Ci sono persone che decidono di essere agenti del cambiamento e protagonisti della propria storia di vita che si proiettano verso un nuovo futuro.
Ci sono persone che…
In ogni caso voler conservare idee, valori, caratteristiche del nostro passato può essere molto utile, tanto come saper sviluppare un miglior futuro tramite nuove idee, rivalutando alcune credenze o sviluppando soluzioni innovative ai problemi.
Essere conservatori o innovatori sono modalità che si possono e si dovrebbero saper integrare. L’ideale sarebbe riuscire a coniugare il meglio della nostra storia (tradizione) con nuovi paradigmi (innovazione) più adatti e utili a gestire il nostro presente. Risulta quindi importante saper distinguere bene tra ciò che ha senso mantenere o recuperare e ciò che invece va rivisto, riaggiornato, innovato o trasformato e migliorato. Questo è utile e necessario sia per la vita personale che per l’ambito lavorativo professionale, sia per quello sociale.
Autore: Dott. Damiano Frasson
Formatore, Consulente e Coach di GRUEMP
Associato AIF (Associazione Italiana Formatori)
Associato Emergenetics International
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