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29 Dicembre 2014

 

Care amiche e cari amici, ben ritrovati qui su container radio con una nuova puntata di Formazione Amica! Ben ritrovato a Damiano Frasson!

-Ciao Andrea, bentrovati a tutti i nostri ascoltatori.

E siamo già alla sesta puntata in questo lunedì 22 dicembre ormai vicinissimi al Natale.

-Siamo già in prossimità del Natale, si Andrea, siamo proprio vicini vicini.

So che anche oggi c’è un argomento che sicuramente interessa tutti noi, specialmente anche in questi giorni, ma tra poco ne parleremo. Di cosa si parla oggi Damiano?

-Oggi Andrea abbiamo pensato di parlare di Intelligenza Emotiva, un aspetto affascinante e vastissimo, che però riveste un importanza strategica significativa nella quotidianità di tutti noi.

Ma spieghiamo meglio che cos’è L’intelligenza emotiva?

-Beh, l’intelligenza emotiva è una competenza, una capacità, di riconoscere, utilizzare, comprendere e in un certo senso saper gestire in modo più consapevole le proprie emozioni. Ovviamente anche interagendo con i comportamenti e con le emozioni che ci esprimono gli altri.

Certo, perché ovviamente è tutto legato poi nella vita di tutti i giorni. Quindi diciamo che ad ogni emozione corrisponde un comportamento e l’intelligenza emotiva aiuta a riconoscere queste cose…

-Si, ci aiuta a saper riconoscere questo tipo di emozione che noi stiamo vivendo in una determinata situazione o in un determinato momento e questo poi inevitabilmente ci produce una maggior consapevolezza del significato che ha quell’emozione che stiamo vivendo e quindi di conseguenza ci attiva a livello comportamentale in un determinato modo piuttosto che in un altro, ecco… e con questo si comprende come sia importante a tutti i livelli nelle relazioni interpersonali, famigliari, nella vita di coppia, nell’educazione dei figli, nell’ambito sociale, non ultimo sul lavoro, dove questo concetto sta ormai superando le barriere dell’organizzazione aziendale… fino a qualche anno fa erano molto alte rispetto a questi concetti.

Ma si può controllare l’intelligenza emotiva?

-L’intelligenza emotiva è proprio quella capacità di riconoscimento e di gestione, potremo anche definirla controllo, nel senso che noi le emozioni inevitabilmente le proviamo sempre, in continuità, ne siamo più o meno consapevoli, perché sono a vari livelli di profondità quindi a volte sono un misto di sensazioni e quindi ecco che la capacità di riconoscerle, di gestirle, di dominarle in un certo senso, ci porta proprio a questo termine, a definirlo con Intelligenza, che è un concetto Andrea che fino ad una quindicina di anni fa era prettamente utilizzato in ambito psicologico, ma non solo, come ambito cognitivo e razionale, legato un po’ all’apprendimento. E poi si è verificato ed ulteriormente confermato quello che molti studi avevano già evidenziato, come in realtà l’Intelligenza emotiva debba tenere a paripasso l’aspetto emozionale e l’aspetto cognitivo razionale. Nel momento in cui io provo un emozione vado a darle un significato e quel significato smuove in me tutta serie di pensieri. Quindi ecco: diciamo che l’intelligenza emotiva ci aiuta a regolare i nostri comportamenti e la nostra condizione emotiva, emozionale, cercando di potremo dire ridurre l’emotività, che potremo definire come un eccesso di un emozione non così ben controllata, ecco. Che non significa reprimere le proprie emozioni.

Controllarle è la cosa giusta, poi specialmente mi vengono in mente alcuni ambiti lavorativi, dove se non si controllano le emozioni, in certi lavori possono succedere delle catastrofi.

-Si, perché questo poi influisce anche a livello di relazione, di rapporti interpersonali, ed è proprio per questo aspetto che le emozioni sono state tra le più efficaci strategie di sopravvivenza di cui ci siamo dotati nell’evoluzione. Darvin e altri ci hanno spiegato alcune cose di questo aspetto e senz’altro il nostro cervello, il nostro sistema nervoso le percepisce, ce le rimanda. A volte non sappiamo come mai ci scatta un emozione piuttosto che un’altra, o del perché stiamo discutendo anche animosamente con una persona, ma il conto è il concetto che si sta esprimento, un altro è il valore che attribuiamo alla persona e quindi l’emozione che noi stiamo vivendo in questo senso. Può essere regolata, mediata, l’importante è non lasciarsi trascinare troppo, ecco, in questa condizione, che magari può essere a volte più positiva e a volte meno, si riesce ad acquisire queste strategie, queste capacità di riconoscerla soprattutto un emozione.

Riconoscerla e poi è importante dare un nome alle varie emozioni anche…

-Senz’altro, perché c’è una semplice ma significativa classificazione di uno studio, che ha studiato come in tutta l’umanità, indipendentemente dalle culture di appartenza o dei luoghi nei quali vivono, riescono a riconoscere almeno sei emozioni primarie. Quindi tutta l’umanità riesce a percepire e riconoscersi almeno in queste sei emozioni che sono: la felicità, la sorpresa, il disgusto, la rabbia, la paura e la tristezza.

Queste sono quelle che diciamo di default riconosciamo tutti in pratica.

-Diciamo che di default in qualsiasi parte del mondo questo tipo di immagine anche visiva, questi cenni del viso che facciamo quando esprimiamo un emozione, la gestualità che è accompagnata… perché poi per riconoscere un emozione c’è bisogno anche di una capacità di lettura, e in questo caso noi lo riusciamo a fare nel confronto degli altri in modo migliore, mentre verso noi stessi abbiamo un’altra percezione, ed ecco che sapere che… tutti i popoli si rendono conto facilmente se una persona è felice o se una è arrabbiata, se ha troppa paura, se è triste, se ha un certo disgusto per qualcosa o se ha una sensazione di sorpresa.

Diciamo che con le emozioni si può anche comunicare in uncerto senso…

-Certamente, anzi le emozioni danno una maggior valorizzazione alla comunicazione interpersonale proprio per il fatto che comunicare attraverso le emozioni diventa più significativo, diventa più incisivo, diventa anche più completo potremo dire, perché in un certo senso la comunicazione interpersonale è fatta si di frasi, di parole, di gesti e di comportamenti, ma questi ognuno di noi li esprime in base alla condizione emozionale che ha in quel momento, dalle emozioni che prova… mi capita spesso di parlare in pubblico in qualche corso, in qualche meeting, in qualche riunione e li effettivamente me lo chiedo sempre che stato d’animo ho, perché poi inevitabilmente quando sei di fronte agli altri devi renderti conto se hai lo stato d’animo adatto per poter trasmettere quello che vorresti trasmettere. A volte sono ok, a volte devo fare un bel cambio di fisiologia per magari cercare di dare il meglio anche se magari la condizione non è così adatta a quello che devi esprimere… ecco, è anche questo in un certo senso l’intelligenza emotiva.

Riuscire anche ad esprimersi al meglio anche quando non è proprio nelle condizioni di poter farlo, quindi in un certo senso possiamo dire che si può controllare anche l’intelligenza emotiva.

-Si, si può controllare, si può imparare a gestirla nel modo efficace… tra l’altro in questo senso mi occupo di formazione proprio per aiutare le persone… una delle cose più importanti che cerchiamo di proporre con i vari servizi di formazione e coaching è proprio quello di aiutare le persone a migliorare, allenare l’intelligenza emotiva e su questo proprio quando Coleman scrisse quel famoso libro che ha aperto un po’ questo squarcio sul l’intelligenza emotiva… lo statunitense Coleman, questo psicologo scrisse questo libro, erano i primi anni 90… 95 e proprio in quel periodo noi ideammo un esperienza formativa full immersion per aiutare le persone proprio sull’intelligenza emotiva. Ovviamente poi anche su molti altri aspetti, ma diciamo che sull’intelligenza emotiva avevamo colto già in quel periodo che ci sarebbe stato quel cambio… oggi lo chiameremo cambio di paradigma, cambio proprio di condizione generale rispetto anche a molti aspetti legati all’apprendimento e alla vita delle persone, e quindi oggi posso dire che è stata una lungimirante intuizione, visto che con questa esperienza siamo ormai oltre le 205 edizioni ed è un po’ il nostro fiore all’occhiello. E devo dire che le persone hanno molto interesse per questi aspetti.

Ma ci sono anche degli esercizi Damiano? Perché tu sai che ogni settimana i nostri ascoltatori vogliono andare anche sul pratico, quindi aspettano con ansia anche il momento di un esercitazione pratica…

-Oggi direi che parlando di intelligenza emotiva, di emozione, ci pensavo un po’ e potremo utilizzare il contesto della situazione che vivremo nei prossimi giorni un po’ tutti in prossimità del Natale, questa festività, anche quest’anno diciamo un po’ prolungate per come le dovremo vivere, perché capitano un po’ alla metà della settimana e inevitabilmente ce le vivremo un po’ più del solito… ed ecco che di solito questi momenti di festa, del ritrovarci con gli amici, con i parenti, è un momento dove sicuramente siamo particolarmente coinvolti e in condizioni emotive significative, ecco, e allora forse darei un consiglio, più che un esercizio per allenarsi. Andiamo verso Natale, quindi esercizi ne abbiamo già fatti molti durante l’anno, direi che senz’altro un consiglio che mi sento di dare ai nostri amici ascoltatori è quello che nei prossimi giorni magari, partecipando a qualche recita dei figli, o a qualche evento religioso, spirituale, o a pranzi, incontri con famigliari, parenti, per le feste di fine anno, capodanno, o ricevendo dei doni, o facendo noi dei regali, come capiterà senz’altro di fare… ecco in quei momenti cercare di ricordare questo concetto: l’intelligenza emotiva e cercare di riconoscere, di dare un nome a quello stato d’animo che stiamo vivendo in quel momento e quindi imparare un po’ a distinguere per esempio se ci sta suscitando un emozione di interesse, di serenità, se ci sta suscitando un emozione magari di allerta o di aspettativa… penso a quando si apre un regalo e si prova quella sensazione di aspettativa… è un emozione che noi abbiamo, ecco che fare esercizio di riconoscimento di questi aspetti non è così banale come può sembrare ad una prima abitudine che abbiamo nella nostra quotidianità. E dare un nome alle emozioni è un aspetto Andrea molto importante, perché proprio ci sono delle sfumature che a saperle cogliere ci indirizzano ad un significato proprio di quello che stiamo vivendo.

Ed è importante quindi imparare a riconoscere e dare un nome alle emozioni, e parlando di emozioni so che c’è una canzone che è stata scelta per la nostra puntata di oggi…

 

BRANO EROS RAMAZZOTTI – EMOZIONE DOPO EMOZIONE

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