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25 Gennaio 2015

In attesa della 9^ puntata di FORMAZIONE AMICA di lunedì 26 Gennaio dal titolo “Gestire le relazioni interpresonali”, vi riportiamo qui di seguito il Podcast della scorsa puntata.

Si ritorna anche oggi con il nostro appuntamento settimanale con Formazione Amica, ben ritrovati da Andrea Collalto, ben ritrovato a Damiano Frasson!

-Ciao Andrea, buon giorno a tutti i nostri ascoltatori, ben ritrovati a tutti.

Questa è l’ottava puntata di Formazione Amica e prosegue quello che è il nostro viaggio un po’ anche all’interno di noi stessi per motivarci ed affrontare al meglio le cose della vita. Anche il tema di oggi devo dire è di quelli importanti perché lo viviamo giorno dopo giorno praticamente Damiano.

-Si, lo hai già in parte introdotto ed è un po’ quello che viviamo tutti i giorni nella nostra quotidianità. Oggi volevamo proporre ai nostri ascoltatori un tema molto significativo e molto sentito da un po’ di tempo: affrontare il cambiamento.

Un bel tema anche perché effettivamente in questi ultimi anni possiamo dire “un po’ si vive alla giornata” e si affrontano i cambiamenti veramente giorno dopo giorno.

-Senz’altro si, i cambiamenti sono diventati una costante della nostra quotidianità, ma diciamo che è interessante fare qualche riflessione su questo tema, perché a volte nell’interpretare il cambiamento rischiamo anche di crearci qualche difficoltà in più perché magari vorremo evitarlo, ed evitarlo è praticamente impossibile. Quindi pensavamo di fare qualche riflessione su questo tema che è interessante.

Più che evitarlo bisogna proprio affrontarlo giorno dopo giorno e un po’ magari avere la forza di portare le cose a nostro favore possiamo dire…

-Si, questo è un concetto senz’altro che noi dimentichiamo a volte quando ci troviamo in un momento di difficoltà e lo associamo al concetto di difficoltà oppure alla parola crisi, perché ci cambiano le condizioni che noi pensavamo, si rompe quella staticità, quella tranquillità alla quale ci eravamo abituati, ed ecco allora che in questo senso può essere interessante ricordare che il cambiamento oltre ad essere una condizione della vita in natura, il cambiamento è naturale per definizione, perché significa tutto cio che noi dobbiamo vivere continuamente. Cambiare in natura. Non potrebbe essere così se non ci fosse il cambiamento, quindi è una cosa estremamente naturale e noi a volte non la interpretiamo in modo corretto. E allora ci può aiutare ricordare che appunto come dicevo poco fa, in antichità per i greci la parola cambiamento aveva chiaramente il significato di crisi, era definita così e nel significato di crisi c’era sia il concetto di pericolo, che il concetto di decisione, e quindi questo ci aiuta a ricordare che quando siamo di fronte ad un cambiamento sentiamo in un certo senso il pericolo, il timore, il disagio, la novità, l’ignoto che si avvicina a noi, non sappiamo a che cosa andremo incontro ed ecco che però questo ci stimola anche all’idea che dobbiamo prendere una qualche decisione. Quantomeno quella di affrontarlo questo cambiamento è già una decisione importante e significativa. Per versi diversi, nell’antichità ma ancora oggi con l’ideogramma cinese che viene utilizzato per rappresentare questa parola, questo termine, è rappresentato proprio come un doppio disegno che ci indica sia pericolo che opportunità. Quindi ecco che come dicevi tu, portare le cose a nostro favore significa cercare di interpretare il cambiamento, cercando anche di vedere, esplorare, quali opportunità questo cambiamento può portare nella nostra vita, non soltanto ai disagi e alle difficoltà.

Cosa chiaramente non semplice, ci vuole molta forza all’interno di noi stessi ovviamente per affrontarle e vedere il lato positivo tante volte.

-Si, ci vuole forza senz’altro, però Andrea bisogna dire che ci vuole anche un po’ di metodo, un po’ di criterio, cioè il cambiamento a volte è immediato, a volte siamo costretti dalle condizioni, quindi è repentino, però come dicevi tu in esordio di questo incontro, non è che il cambiamento per così dire ci porta per forza a subire delle condizioni e allora noi siccome le subiamo tutti i giorni, i cambiamenti avvengono intorno a noi anche alla nostra insaputa o senza che noi possiamo esserne molto partecipi e allora comincio a vivere alla giornata solo perché tanto non vale la pena pianificare o progettare… diciamo che sicuramente i tempi si sono ristretti in senso alla nostra possibilità di intervento, però se riusciamo ad entrare nell’associazione della logica che è naturale, che significa movimento, che significa anche energia e che è proprio l’esatto contrario di una staticità che poi porta ad una mancanza alla lunga di energia, ecco che allora ci può aiutare a mantenerci attivi anche mentalmente come riflessioni e come motivazioni rispetto all’idea di dire: bene, accetto questo cambiamento, cosa dovrò affrontare? Mi costerà delle difficoltà, ma potrebbe portarmi anche dei vantaggi, quali obbiettivi posso cercare di vedere, di definire all’interno di questo momento di cambiamento, in quarto tempo dovrò gestire, o per quanto tempo dovrò gestire questo cambiamento, perché anche l’idea di affrontare un cambiamento e di risolverlo in quattro e quattr’otto è abbastanza complesso… se è una cosa molto importante difficilmente di solito si risolve in un quattro e quattr’otto, c’è bisogno di una peculiarità e quindi anche di una forma di progettualità per affrontare il cambiamento.

Quindi un po’ pianificare la nostra vita e non rinunciare mai a sognare possiamo dire.

-Non rinunciare mai a sognare come abbiamo detto anche qualche incontro fa, quando parlavamo della consapevolezza, quando parlavamo degli obbiettivi delle nostre motivazioni… direi che probabilmente questo grande cambiamento globale che stiamo vivendo, in questa che viene chiamata società liquida, che è iniziata diciamo tra la fine degli anni 90 e il passaggio al nuovo millennio, è un cambiamento molto importante, molto grande, collettivo, che implica tanti aspetti, tanti fattori, quindi è difficile anche dire: tra un annetto o due le cose sono sistemate e poi si riprende… sarà più uguale a se stesso, è un cambiamento epocale, la storia ci insegna che i cambiamenti epocali sono soprattutto a livello sociale, culturale, anche economico, finanziario, di lavoro, di vita, hanno coinvolto il genere umano per alcuni decenni e penso anche per un paio di secoli in qualche occasione, quindi diciamo che siamo sicuramente sollecitati in modo molto forte, però è utile avere anche la dimensione della possibilità di intervenire in tutto questo, ecco.

Ci vogliono anche gli approcci giusti quando arrivano i cambiamenti quindi Learn More Here.

-Si, ci vogliono degli approcci corretti. Diciamo che ci sono degli approcci di fondo: c’è quello difensivo, che è il primo che scatta direi, proprio un meccanismo di difesa che tutti noi abbiamo di fronte al cambiamento, ci teniamo a difendere le nostre abitudini, tendiamo a pensare al passato, ci lamentiamo, non vorremo questo cambiamento, perché magari avviene in momenti in cui siamo impegnati su qualcos’altro, è naturale, però rimanere fermi nella prima modalità di affrontare il cambiamento, quindi difensiva ci porta alla lunga a rimanere statici, a rimanere anche lenti e a consumare piano piano tutte le nostre energie fisiche, mentali, emotive, ma anche economiche, anche semplicemente solo per esistere. Però alla lunga poi non generiamo altri sviluppi. Poi c’è il secondo approccio, molto importante, che è quello di esplorare. Se è difensivo può essere un automatismo, la modalità di esplorarlo che a qualcuno magari viene anche in modo abbastanza istintivo perché ha una forma di preparazione o di predisposizione in merito al cambiamento, è già abituato a gestirne tanti e quindi è allenato, però se anche viene dopo viene dopo la prima modalità difensiva, la modalità esplorativa è proprio quella che ci porta ad esplorare le opportunità, a cercare di capire quali aspetti della nostra vita coinvolge questo cambiamento, ci aiuta a pensare a quali opportunità ci potrebbero essere, a quali abitudini di vita spesso noi dobbiamo andare incontro, che tipo di cambiamento c’è delle nostre abitudini. Nella mia esperienza nell’ambito della formazione, della consulenza, ho potuto notare che la persona risponde al cambiamento spesso si intimorisce pensando che deve buttare via tutto e ricominciare di nuovo, ma in realtà poi, ci sono tantissimi piccoli cambiamenti che intervengono anche nel breve periodo, direi settimanalmente, mensilmente che concorrono tutti a farci fare qualche continua variazione alle nostre abitudini. E’ chiaro che se noi rimaniamo molto trincerati, statici, fermi, rispetto ad un cambiamento che viviamo intorno a noi, poi quando ci troviamo a dover cambiare allora si, in quel caso rischiamo di dover mettere tutto sottosopra.

Diventa uno shock

-Allora diventa uno shock, infatti si parla anche di shock del cambiamento, quando ci sono delle cose che effettivamente ristagnano ad un punto tale come stiamo vedendo anche a livello generale, in alcuni casi c’è lo shock perché qualche decisione drastica    deve essere presa per cambiare radicalmente l’approccio. Però quando noi ci troviamo nella nostra quotidianità, come persone a questo limite, allora li siamo di fronte ad un momento di grandissimo cambiamento, drastico anche a volte, che deve essere affrontato anche con calma, con riflessioni opportune…

Quindi bisogna studiare e pianificare, sono le due cose principali possiamo dire per affrontare il cambiamento.

-Senz’altro: conoscerlo, andarlo ad esplorare, cercare di riflettere su quali aspetti coinvolge della nostra vita e poi affrontarlo: subito è una specie di nemico, poi dovremo cercare di farcelo amico, perché come dicevi tu giustamente porti le cose un po’ a nostro favore, riuscendo magari in alcuni aspetti, in altri magari ci è più difficile. Ma queste difficoltà Andrea ci capitano perché ci sono anche delle barriere dobbiamo dire al cambiamento, delle caratteristiche, delle situazioni che noi viviamo e che ci ostacolano chiaramente nel nostro cambiamento.

Ogni tanto abbiamo dei blocchi emotivi che non ci fanno andare avanti…

-Si, ci sono per esempio delle barriere personali, appunto nelle quali possiamo vedere ad esempio la difficoltà emozionale di affrontare la situazione, e quindi ci sono per esempio tra le barriere personali le esperienze negative vissute in altre situazioni simili… quando noi andiamo ad affrontare un cambiamento senz’altro ci vengono in mente altre situazioni di cambiamento magari similari, dove le cose non sono andate bene e quindi anche nella prossima occasione ci viene il timore che le cose non funzionino bene. Abbiamo paura nei confronti del nuovo, del diverso, abbiamo anche una forma di ansietà per i possibili risultati che potremo rischiare di avere oppure non avere. Abbiamo un po’ la difficoltà di apprendimento, di cambiamento dell’organizzazione dei concetti, qualche abitudine negativa che abbiamo per esempio è un’altra barriera personale al cambiamento, perché ci affezioniamo al nostro modo di fare e tutti quanti noi tenderemo a riprodurre il più possibile cio che conosciamo meglio. Poi abbiamo difficoltà di comunicazione con gli altri, abbiamo difficoltà a mantenere un impegno iniziale e protrarlo per un lungo periodo, una difficoltà di gestione emozionale, come accennavi tu… ecco questi per esempio sono aspetti soggettivi, personali, che incidono molto sulla capacità poi di affrontare il cambiamento.

Ma ci sono dei sistemi anche per accorgersi che magari dovremo riuscire a cambiare un po’ per affrontare il cambiamento?

-Diciamo che per accorgersi che c’è un esigenza di cambiamento, solitamente c’è la difficoltà che noi sappiamo che le cose non procedono come noi vorremmo. Quindi nel momento in cui le nostre situazioni non procedono come noi vorremmo, quando siamo in difficoltà significa che sentiamo, anche se non ne siamo perfettamente consapevoli, e qui ci ricolleghiamo con la puntata di lunedì scorso parlando di consapevolezza, argomento fondamentale per affrontare il cambiamento, ecco anche se non ne siamo così consapevoli, ecco che questa cosa ci dice che dobbiamo affrontare un cambiamento. Quale sia questo cambiamento? Andando all’esplorazione, facendo delle riflessioni, valutazioni, fare delle ipotesi, sviluppare anche un po’ di creatività, ci permette di iniziare ad entrare in questa logica del cambiamento. Quindi quando le cose non vanno è un primo segnale che un qualche cambiamento è necessario farlo, o che c’è stato un grande cambiamento intorno a noi, significativo, e noi magari non ce ne siamo accorti, non lo abbiamo gestito, non ne siamo stati parte ed ecco allora che è successo che le cose sono già cambiate, come spesso accade a livello sociale più in generale, e alla fine possiamo solo dire: ok, e adesso io devo per forza adattarmi… Risposta: si, nel modo migliore possibile, con il minor danno personale possibile, perché sui cambiamenti che riguardano la nostra quotidianità possiamo intervenire noi, sui cambiamenti che riguardano più in generale gli aspetti sociali, sono cose che spesso escono dalla nostra possibilità di intervento diretto.

Chiaramente non si può avere il controllo su tutto ovviamente, però bisogna cercare di limitare i danni quando arrivano…

-Si, esatto, quindi limitare il danno significa anche capire quale parte di cambiamento fa a caso mio, sul quale io posso cercare di assecondarlo, di affrancarmi, di mettermi in un atteggiamento costruttivo e cercare di tirarne fuori qualche opportunità, e su alcune cose che necessariamente devo modificare perché se voglio continuare a vivere in quella condizione, devo vedere le cose in altro modo.

Damiano, ma ci sono degli esercizi per affrontare il cambiamento?

-Allora, di esercizi diciamo che tutti i giorni siamo in esercizio per affrontarlo direi e questo è un grande vantaggio a patto che noi riusciamo a vederlo un po’ con queste logiche di cui stiamo discutendo insieme, vederlo sempre come un opportunità. Avevo pensato ad un piccolo esercizio che potremo fare che ci porta a questo, però direi che prima di esercitarci come facciamo anche nei nostri corsi di formazione quando parliamo di una condizione incerta e quindi di cambiamento, perché anche un opportunità formativa ci aiuta ad affrontare poi una cosa diversa dall’abituale, quindi ci allena in questo senso, servono delle motivazioni per affrontare il cambiamento. E quindi è sempre importante mettere prima le motivazioni che ci spingono al cambiamento e alcune possono essere per esempio una sana ambizione personale, desiderare di migliorare, percepire la necessità di risolvere qualcosa, oppure modificare qualche abitudine che non ci porta frutti, che potremo definire come negativa, difficile, quindi allenarci ad avere la volontà la consapevolezza di allenarsi alla gestione del cambiamento, quanto meno man mano che lo incontriamo. Ecco che allora potrebbe esserci utile un esercizio come facciamo di solito Andrea, ci prendiamo una decina di minuti, prendiamo il nostro tipico foglio bianco sul quale appuntare delle riflessioni organizzate, dividiamo il foglio in metà verticale e metà orizzontale, creandoci quattro spazi. Poi in ognuno di questi quattro spazi, andiamo a fare un elenco di quali sono, quali pensiamo siano, pensiamo ad un associazione di cambiamento che stiamo magari affrontando, che stiamo vivendo, che ci è stata posta o che qualcuno ci ha richiesto, a volte capita no? Nel lavoro ci viene richiesto per esempio di cambiare mansione o di affrontare in modo diverso la prassi operativa del lavoro. Ci cambiano le procedure, ecc, ecco che magari in questi riquadri possiamo farci un elenco di quali pensiamo, quindi riflettendo su noi stessi e le nostre capacità, quali sono le resistenze che troviamo al cambiamento, sia di tipo personale, e dall’altra parte quali tipi di resistenze possiamo trovare di tipo organizzativo. Possiamo fare quindi questo tipo di riflessione, cercando di avere quindi nei primi due riquadri in alto le barriere che noi potremo avere personali od organizzative, quindi le difficoltà: cosa ci ostacola nell’ambito personale e professionale. Sotto potremo conseguentemente cercare di riflettere su come potrei superare queste barriere, quindi farmi delle idee su come potrei comportarmi, su come potrei comunicare, su come potrei motivarmi in modo diverso, su come potrei anche farmi aiutare ad affrontare questo cambiamento, su alcuni aspetti che riguardano la mia vita personale e su altri che riguardano le mie difficoltà, le mie barriere riguardo al lavoro. Quindi in questo foglio riuscirei ad ottenere un breve ma focalizzato elenco di difficoltà che ci troviamo ad affrontare questo cambiamento personale, difficoltà che possono incidere anche sotto l’aspetto professionale e sotto alcune idee nei due riquadri corrispondenti, quindi alcune idee su come poter affrontare e superare queste barriere. Magari ci si può aiutare anche con le riflessioni di questa puntata nella quale stiamo parlando del cambiamento, oppure andare a prendersi qualche imput per quanto riguarda gli obbiettivi o le motivazioni, da qualche altra puntata precedente sul blog Formazione Amica o sul blog di Container Radio e quindi ci si può lavorare. Se ci ragioniamo con calma una mezz’oretta può essere investita in modo costruttivo per fare delle riflessioni su questo tema. Tra l’altro questa mattina è arrivata una domanda sul mio profilo facebook di un ascoltatrice, alla quale vorrei rispondere. Questa è Monica di Verona, che mi scrive: ritengo di essere una persona che affronta il cambiamento sempre e comunque, ma sono in un momento nel quale i cambiamenti sono diventati tantissimi e su diversi fronti. Famiglia, lavoro, ecc… come posso fare per affrontarli tutti? Monica è motivatissima, mi sembra una tipica situazione in cui, siamo a gennaio, si smuovono e bisogna prendere in mano un sacco di cose e tutto sembra importante. Ecco, direi per rispondere a Monica, olte al fatto di dirle brava che è già ben sintonizzata su questa tematica, credo che non è detto Monica che tu li debba affrontare tutti. Perché anzi forse ti consiglierei di fare una lista di questi cambiamenti, oppure anche un paio, suddividendoli come stavamo dicendo poco fa in cambiamenti personali e professionali. E poi cercare di riconoscere a questi cambiamenti una priorità, dal più importante al meno importante, al meno urgente… perché tanto tutti i cambiamenti influiscono in un modo sistemico su tutto, e quindi direi che magari si può scoprire facendo una lista di priorità che qualcosa è necessario impegni le nostre energie in modo prioritario in questo primo momento e qualcos’altro più in la nel tempo. E’ un suggerimento che mi viene da dare a Monica, ma che credo sia utile anche per tutti i nostri ascoltatori, è che se sei in un momento in cui hai tanti cambiamenti da affrontare, e richiamo di non predere in mano le cose bene, ecco, nel caso in cui ci si senta molto energetici, vitalizzanti e capaci di affrontare le cose, partire magari da quelli più importanti e lasciare un po li, prendere in mano dopo quegli aspetti che ci sembrano non così urgenti. Nel caso in cui invece ci sentiamo un po’ scarichi e in difficoltà o con poche motivazioni invece consiglierei di partire dai piccoli cambiamenti, proprio per non andare incontro, come dicevi giustamente tu Andrea, ad uno shock da cambiamento, quindi ad allenarci un attimo al cambiamento con qualche aspetto un po’ più semplice e cercare di prendere un po’ di tempo per riflettere su quelli che magari sono un po’ più impegnativi.

Prendere la forza un po’ alla volta in pratica…

-Si, perché se noi dobbiamo affrontare un grande cambiamento o tantissimi cambiamenti e non abbiamo le energie, sicuramente è meglio prima ricaricare le energie, ricaricare le pile, partire con le cosettine un po’ più semplici e poi andare ad affrontare qualcosa di più significativo, ricordando sempre che possiamo chiedere aiuto, questa è una cosa sulla quale è bene che insistiamo un po’ con i nostri ascoltatori, perché quando c’è un cambiamento a volte ci si sente un po’ soli, sarà capitato anche a te, è capitato anche a me, ci si sente un po’ così da soli,ad affrontare le cose e allora ecco che con la tranquillità, l’umiltà, bisogna chiedere aiuto, supporto, cercare se vicino a noi abbiamo qualche persona che può essere in sintonia e che ci aiuti semplicemente a riflettere, a fare dei ragionamenti costruttivi sul cambiamento, questo è senz’altro un passaggio importante. Può essere un professionista, può essere una persona cara, ma senz’altro quando le cose si complicano è bene avere la calma e la lucidità di richiedere un aiuto a delle persone esperte.

Assolutamente si, anche perché poi tante volte basta poco, un piccolo supporto e si riparte e si ritrova la forza

-Senz’altro, poi si ritrovano le energie, il cambiamento è una bella sfida, poi ci si entusiasma, ci coinvolge. Mi piacerebbe dare un indicazione, ci sono un paio di libri interessanti sul cambiamento. Uno è famosissimo: Il nostro Iceberg si sta sciogliendo, di John Kotter, un libro di un famosissimo professore dell’università di Harvard e del Massachusset Institute of Technology che con la metafora di un pinguino che sta cercando di sopravvivere su un ghiacciaio che si sta sciogliendo, deve cercare di andare alla scoperta di un altro posto, un altro iceberg nel quale trasferirsi con la sua colonia e nel vivere questo viaggio spiega tutta una serie di passaggi molto molto importanti per affrontare il cambiamento. Un altro suo libro molto interessante è “Al cuore del cambiamento”, un altro gran bel libro, forse meno intuitivo ma molto interessante per aspetti professionali, oppure anche qualche libro del professor Baumann che è uno studioso, un teorico della società liquida e che veramente ci da molti molti spunti legati alla quotidianità per affrontare il cambiamento, per starci dentro, stare dentro a questa società liquida in continuo cambiamento. Sono delle letture interessanti.

BRANO FABI, GAZZÈ, SILVESTRI – LIFE IS SWEET

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