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5 Dicembre 2014

 

Care amiche e cari amici, ben ritrovati su Container Radio per una nuova puntata di Formazione Amica! Ben ritrovati da Andrea Collalto e naturalmente benvenuto a Damiano Frasson!

-Ciao Andrea, buona giornata a tutti i radioascoltatori

Bentrovato a Damiano Frasson della Gruemp e anche oggi devo dire, per quanto riguarda il mondo della formazione avremo una bella puntata, perché si parlerà di un argomento anche questa settimana devo dire, piuttosto importante, perché sono cose possono essere utili e che tutti noi cerchiamo, perché chiunque si può dare per qualunque cosa della vita, degli obiettivi, vero Damiano?

-Si, esatto. Proprio di obiettivi vogliamo parlare oggi, anche per collegarci alla puntata precedente dove abbiamo parlato di motivazione.

Esatto, quindi ricollegandoci alla puntata precedente, dopo esserci motivati, dobbiamo trovare anche degli obiettivi per procedere verso i nostri intenti. E allora: che cosa origina gli obiettivi Damiano?

-Diciamo che gli obiettivi come abbiamo già detto vanno a stretto braccetto con la nostra motivazione, e in ambito formativo si parla di un management per obiettivi, quindi di capacità di gestire gli obiettivi. Diciamo che possono nascere per due grandi aspetti: uno è senz’altro quello dei nostri bisogni e quindi tutto quanto riguarda quella sensazione che abbiamo a volte, quella sensazione di avere qualcosa che ci manca e quindi ci stimola, ci spinge ad ottenere questo vuoto potremo dire momentaneo magari che vorremo riempire. E poi l’altro aspetto molto importante che da origine abitualmente ai nostri obiettivi è il desiderio, quindi quello che desideriamo ottenere, che è un po’ diverso dai nostri bisogni perché il desiderio riguarda quella sensazione di avere già qualcosa, ma di voler andare oltre, di voler migliorare, di voler incrementare o valorizzare di più noi stessi e ciò che già abbiamo. Ecco, questi sono i due più grandi aspetti che originano in un certo senso i nostri obiettivi.

Ecco, si dice spesso che volere è potere Damiano: se uno vuole tanto una cosa, dovrebbe riuscire a raggiungerla: questo fa parte degli obiettivi?

-Si, questo fa parte degli obiettivi, nel senso che nel momento in cui abbiamo un obiettivo ben chiaro e poi diremo qualcosa su questo, senz’altro il concetto di volontà, la capacità proprio di perseverare di stare su quella che viene chiamata anche linea della volontà, quindi su quel percorso che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi è molto importante. Di solito se abbiamo obiettivi che non ci stimolano, che non ci danno interesse e che quindi non attivano la nostra volontà, i nostri desideri, magari va da se che non riusciamo a raggiungerli.

Quindi volendolo a tutti i costi si può anche riuscire a raggiungere diciamo quello che è un obiettivo: ma in questo caso, ci si possono dare anche delle tempistiche Damiano?

-Per quanto riguarda gli obiettivi senz’altro è importante considerare l’aspetto temporale, senza dubbio, perché noi possiamo avere anche dei piccoli obiettivi, lo abbiamo detto anche nelle puntate precedenti parlando di autostima, di motivazione, giornalieri, quotidiani, quindi dei piccoli obiettivi a breve termine, perché sono delle situazioni che ci servono per gestire la nostra quotidianità e magari sono un po’ meno strutturati, li diamo un po’ per scontati, ma in realtà se ci fermiamo un attimo a riflettere ci sono. Poi abbiamo senz’altro degli obiettivi a lungo termine, quindi un po’ più in la nel tempo, perché abbiamo bisogno di strutturare un percorso, proprio per raggiungere questi obiettivi. E allora ecco che gli obiettivi a lungo termine possono contenere nel percorso anche degli obiettivi di medio termine, quindi diciamo che si struttura nella logica temporale una specie di sequenza, breve, lungo, medio termine per dare proprio anche questa idea che noi dobbiamo avere come percorso da fare, perché obiettivi che possiamo raggiungere in modo immediato quasi istantaneo, ce ne sono veramente pochi.

Diciamo che gli obiettivi sono anche pianificazione molto spesso…

-Si, senz’altro, sono soprattutto pianificazione. Questo è un concetto che è importante sottolineare, perché in questa nostra società così un po’ turbolenta, la quale ci porta gli obiettivi soprattutto di sopravvivenza giornaliera, settimanale e quando va bene mensile, si rischia di avere un po’ l’idea che non serva più progettare degli obiettivi; pianificarli, strutturarli, comprendere delle risorse che sono in gioco, ed invece questo è un aspetto ancora importante proprio perché c’è la difficoltà della nostra contingenza quotidiana diciamo di fermarci un attimo e di guardare avanti e come fare questo percorso per raggiungere i nostri obiettivi. Per i ragazzi giovani poi questo è ancora più importante, avere comunque la capacità di guardare avanti anche se è chiaro, non è semplice, non è facile, però avere una prospettiva anche di un lungo termine.

Certo, anche perché insomma… se si pianifica un po’ anche il futuro diciamo un po’ anche si vede meno nero tra l’altro, perché abbiamo un obiettivo da raggiungere e quindi ci aiuta anche a vivere un po’ meglio direi…

-Si, è come noi avessimo la possibilità di prendere le nostre potenzialità e di direzionarle verso un qualche cosa e darle anche alla nostra energia, alla nostra mente, alla nostra capacità di ragionare, di riflettere e quindi anche alle nostre motivazioni un obiettivo, quindi un bersaglio da colpire, da raggiungere, e questo impiega in modo più significativo e molto più efficace tutte le nostre motivazioni, tutto il nostro essere psicofisico.

Anche perché chiaramente bisogna essere motivati per raggiungere un obiettivo, perché ci vuole un po’ anche possiamo dire l’atteggiamento giusto…

-Si, ci sono vari tipi di atteggiamenti, potremo citarne alcuni, che dipendono proprio dall’obiettivo in un certo senso che ci proponiamo, perché comunque solitamente è un attività più o meno consapevole che ognuno di noi fa giornalmente, e allora potremo avere non so… quello che viene definito un fiume di ghiaccio, quelle persone che partono subito, poi si mettono un obiettivo e vanno per così dire soprattutto su una sensazione emozionale distinta. Poi ci sono sempre quelli che si mettono degli obiettivi all’ultimo momento e quando si trovano nelle difficoltà e quello potremo definirlo di sopravvivenza, come quasi quando ti siedi su una sedia e rischi di trovare una puntina da disegno e subito ti alzi perché ti rendi conto che ti da un disagio, che ti da un problema… Oppure c’è anche uno stile molto attuale, per il tipo di comportamenti che siamo soliti avere con telefoni, tecnologie, telecomando… che è lo stile zapping, lo stile di gestione degli obiettivi che in un certo senso ne pone tanti, cerca di mettersi in moto su varie cose e non fa una selezione ottimale, quindi uno stile che permette di essere attivi su tante cose però non da delle vere e proprie priorità. Oppure potrebbe esserci anche un altro stile, che potremo considerare, che è quello degli obiettivi alternativi… quindi quello di dire mi pongo un obiettivo, nel momento in cui però per il percorso per raggiungerlo non riesco, voglio avere anche la flessibilità di mirare ad un altro aspetto che sia magari similare e che mi permetta di lenire anche la frustrazione di non aver raggiunto proprio proprio gli obiettivi ideali che avevo… ci sono quindi in funzione degli obiettivi, delle varie modalità comportamentali che noi possiamo attivare.

Quindi fondamentalmente vari atteggiamenti che possiamo utilizzare, ma anche varie caratteristiche di obiettivi possiamo dire.

-Senz’altro Andrea per avere un obiettivo ci sono per così dire dei miti da sfatare: nel senso che un obiettivo ha della caratteristiche. Se non ha queste caratteristiche non è un obiettivo in realtà. Quindi noi a volte scambiamo degli obiettivi per delle cose un po’ più generali. Se parliamo delle caratteristiche degli obiettivi, molti anni fa si è definito in ambito formativo/motivazionale un po’ la strategia che viene chiamata smart che vuole dare una sensazione di positività per il nostro raggiungimento dell’obiettivo e quindi la traduzione di questo concetto è praticamente che le caratteristiche di un obiettivo sono cinque: dovrebbe essere stimolante, misurabile, ambizioso, realistico e temporizzato. Se ci sono queste cinque carattestiche allora possiamo parlare di un obiettivo vero e proprio. Stimolante perché senz’altro deve essere riferito questo obiettivo a un qualcosa che non sia di carattere generico, ma deve essere chiaro che cosa vogliamo raggiungere. Misurabile è un altro concetto molto importante, perché c’è bisogno di avere una possibilità di verificare il raggiungimento o meno di questo obiettivo. Quindi lo misuro con che cosa: in termini quantitativi o qualitativi. Poi ambizioso, perché necessariamente ci deve stimolare a raggiungerlo e quindi deve anche in un certo senso elevare la nostra autostima, deve avere una certa rilevanza, non necessariamente deve essere estremamente ambizioso, ma deve contenere quella giusta dose di ambizione che ci stimola e che ci motiva. Poi cosa che di questi tempi abbiamo un po’ perso, è che deve essere realistico… deve essere pensato il nostro obiettivo in funzione di quello che realmente ho a disposizione, a seconda delle capacità che penso di avere, delle competenze che ho, deve essere concretamente raggiungibile, non necessariamente illusorio… L’ultimo aspetto è la temporizzazione. Cioè deve essere definito un tempo di scadenza, entro il quale io ritengo di poter raggiungere questo obiettivo, ed entro quale scadenza, può essere un arco temporale, che ne so entro sei mesi, tre mesi, prima del e non oltre il, per esempio come data… ma deve esserci anche questo aspetto.

Mi piace in modo particolare l’obiettivo realistico… in effetti, che ne so… a me piacerebbe andare sulla luna, ma so che non ci riuscirò mai, ecco, non lo potrò mettere come obiettivo.

-No, non riusciamo a fare come l’amica Crisforetti, che in questo momento c’è effettivamente nello spazio… diciamo che questo aspetto è veramente un aspetto cruciale direi, l’essere realistico… che non significa non porsi, in questo senso realistico qualcuno potrebbe intenderlo come troppo obiettivo, che riduce le ambizioni, ma in realtà abbiamo detto poco prima che c’è l’ambizione, che ha una certa rilevanza, ma deve essere una rilevanza più legata alla nostra realtà, che ci serve veramente, che noi pensiamo di avere le condizioni per raggiungerlo… poi è un percorso, quindi è evidente che in una logica temporale magari di medio/lungo termine questi aspetti ci servono per avere un po’ una mappa su come gestirci e poter anche apportare qualche modifica che spesso è necessaria nel percorso del raggiungimento dell’obiettivo, quindi magari le condizioni di partenza non sono le stesse, se vogliamo raggiungere un obiettivo magari in sei mesi, un anno, non sono le stesse di quando siamo partiti dopo tre mesi, sei mesi, perché le situazioni cambiano, evolvono, ed è un po’ questa la difficoltà che spesso le persone hanno, lo riscontro anche nei corsi; pensando che tutto cambia ogni giorno decidono di dire ma allora che senso ha che mi ponga un obiettivo che tanto qui cambia tutto ogni 24 ore/48 ore, a cosa serve… e invece è proprio per cercare di superare questo limite, così di questa provvisorietà che abbiamo in questo momento, che ci serve quanto meno avere comunque delle linee tracciate di dove dovremo andare, di che cosa dovremo fare, di che cosa dovremo ottenere, ecco…

Anche perché poi è tutto uno step by step diciamo, passo dopo passo di riescono poi a sistemare ed incastrare le varie cose che succedono giorno dopo giorno per raggiungere anche i propri obiettivi…

-si, senz’altro, perché lo step by step è importante e come abbiamo detto prima può essere anche che noi ci poniamo un obiettivo intermezzo che, nel momento in cui noi lo raggiungiamo, ci permette di farci capire quanto vicini o lontani, o quanto o che cosa magari dobbiamo modificare, di quello che ci eravamo idealmente prefissati in partenza. Perché sai, si parte sempre con le buone intenzioni, poi però c’è la strada da fare e sulla strada diciamo, sarebbe bene non perdere le buone intenzioni, non perdere l’orientamento, ma essere anche disponibili a fare dei cambiamenti inevitabilmente, magari parleremo in una delle prossime puntate dei cambiamenti.

Damiano, ma ci sono anche delle esercitazioni che possiamo fare proprio a casa per vedere anche come porci gli obiettivi?

-Guarda Andrea, io ci ho pensato a questo momento che noi abbiamo sempre deciso insieme di proporre ai nostri ascoltatori, perché questo aspetto rende pratico quello che stiamo cercando di proporre proprio in una logica di formazione amica, quindi pratica, concreta e avevo varie alternative. Ci ho pensato un attimo e però direi che non è possibile non proporre la più tradizionale, quella che viene chiamata anche in ambito formativo proprio la lettera di intenti. Cioè la trascrizione delle cinque caratteristiche per strutturare un obiettivo. Quindi è proprio la base direi, che poi in se è abbastanza semplice e se dici magari la spiego un attimo.

Quasi quasi si, perché intanto hai incuriosito me, ma sicuramente anche i nostri amici all’ascolto.

-Allora: prendiamo un foglio, bianco quadrettato, o a righe. Ci scriviamo in alto La mia lettera di intenti e il mio obiettivo smart. Quindi già indicandoci lo smart, ci ricordiamo delle cinque caratteristiche che ricordo sono stimolante, misurabile, ambizioso, realistico e temporizzato. Possiamo iniziare così: io, e scriviamo il nostro nome. Quindi io scriverei: Io, Damiano Frasson. Questo è importante perché ci da proprio l’idea che è un impegno che noi prendiamo con noi stessi. E poi scriviamo un verbo d’azione, quindi: farò, realizzerò, andrò… costruirò, otterrò… concluderò un azione di vendita, concluderò un lavoro, cambierò… quindi un verbo d’azione, che ci metta in una logica anche di stimolo. E quindi io e il verbo d’azione racchiudono praticamente l’aspetto di stimolo. Quindi qualcosa che ci da l’idea di essere stimolante. Poi abbiamo praticamente la misurabile, quindi sotto un paio di righe ci scriviamo io la verificherò così… io farò questa cosa e la verificherò come verificherò, quindi che tipo di risultato otterrò da questo obiettivo che io voglio raggiungere. Quindi questo ci permette di non essere generici e di riconoscere subito che cosa dobbiamo ottenere. Poi un po’ più in giù lasciamo ancora qualche riga e ci scriviamo la descrizione dell’obiettivo proprio, quindi io, farò od otterrò questa cosa e la otterrò in che modo, fatta così, vorrò raggiungerla in questo modo, voglio che ci siano coinvolte anche altre persone perché mi sentirò soddisfatto nel momento in cui sarò riuscito a… ok? Ecco, questo è l’aspetto che da anche l’ambizione e lo stimolo per raggiungerlo… perché mi darà più autostima, perché mi sentirò maggiormente realizzato, ok? E lo descrivo… proprio l’obiettivo che ho. Poi arriviamo al fatto che deve essere realistico, e quindi per essere realistico, andiamo qualche riga più in basso e ci scriviamo: risorse, energie e costi preventivati. Questo è un aspetto che rende il tutto molto realistico, quindi: quali sono gli aspetti che devo mettere in campo, risorse personali, risorse, mezzi, strumenti di altri, l’energia che mi costerà, il costo, perché può esserci un costo economico, un costo quindi pratico, concreto, può esserci un costo di tempo, un costo anche emozionale in un certo senso, e poi lasciamo ancora un paio di righe dove scriveremo questo e andiamo al Temporizzato. Quindi sarà realizzato entro il tot giorno o direi meglio giorno, settimana più che mese, altrimenti mi diventa troppo largo… entro il e non oltre o non più tardi di… quindi diamoci un lasso temporale di tempo di tre, cinque, sette giorni, una settimana, quindici giorni se è a lungo termine magari, può essere utile. E poi concludiamo con un aspetto che ci responsabilizza e ci facciamo una firma nostra, una nostra firma sotto. Ecco quindi che con questo semplice esercizio noi cerchiamo di dare concretezza… e si fa in una decina di minuti, anche meno, dipende da quanto abbiamo più o meno chiaro il nostro obiettivo da raggiungere e può essere un esercizio chiaro, semplice, concreto, che ci da la possibilità di mettere in pratica questi aspetti importanti per la nostra motivazione, per la nostra vita.

Assolutamente una vera e propria pianificazione dell’obiettivo in pratica…

-Si, proprio una pianificazione, infatti si chiama lettera di intenti proprio per intendere questo… traduci le idee, gli intenti nero su bianco, prenditi la responsabilità di quello che tu stai definendo e su questo muoviti. Questa è una pianificazione di partenza che ti aiuta a considerare gli elementi che sono in gioco rispetto all’obiettivo semplicemente. Poi una persona può anche scrivere un intento smart per valutare un obiettivo che vuole raggiungere in funzione di quelle cinque caratteristiche, quindi diciamo che questo è molto libero… una persona già utilizzando l’acronimo smart si ricorda delle caratteristiche e può lavorarci su, ecco. Questo è un aspetto che anch’io utilizzo ancora per quando magari ho un obiettivo a lungo termine in qui ho bisogno di focalizzare alcune cose… mi prendo dieci minuti, un quarto d’ora, me la compilo, poi prendo il foglio, me lo metto in un posto che ho sempre a disposizione, magari faccio la foto con il telefonino e ogni tanto se mi viene in mente che c’è qualche aspetto che sta intervenendo su questo obiettivo ci do un occhiata ed è bene avere anche una certa umiltà riguardo l’aspetto degli obiettivi: mettersi giù con calma, ragionarci e pianificarli un po’.

Certo, e poi come dicevi essere realisti, però non smettere mai di sognare, perché comunque gli obiettivi si possono raggiungere.

-Infatti il sogno che è un po’ la benzina dei nostri obiettivi, dobbiamo nutrire anche queste idee, questa pianificazione un po’ manageriale dei nostri obiettivi, anche in funzione come abbiamo detto dei nostri obiettivi, dei nostri bisogni, quindi quando sognamo un obiettivo in realtà stiamo dando già un po’ vita alla vision da raggiungere e questo credo che sia molto importante, infatti il brano che ho scelto oggi da dedicare ai nostri ascoltatori è proprio un brano che parla di questo Andrea. Dell’imparare a sognare. Del cercare di comunque rendersi conto che fin da piccini vogliamo diventare grandi, vogliamo diventare qualcosa, vogliamo diventare qualcuno, vogliamo affermarci e magari da grandi un po’ per le frustrazioni, un po’ per l’insuccesso che incontriamo, perdiamo un po’ l’idea di sognare, quindi anche poi di saperci porre degli obiettivi, ecco. Non tutto è necessariamente raggiungibile nella vita solo perché lo vorremmo, però mi piace dire che una persona che si struttura bene i propri obiettivi può fare in un anno soltanto, in un paio d’anni, molta più strada, può raggiungere molti più obiettivi di quanto una persona in un intera vita che vive un po’ così senza darsi questi criteri, ecco. L’ho visto e sperimentato oltre che sulla mia pelle, l’ho visto realizzare e concretizzare da moltissime persone in tanti anni.

E allora non smettiamo mai di sognare, anzi: impariamo a sognare in questo caso, con questo brano Ho imparato a sognare. La versione originale era dei Negrita, ci ascoltiamo quest’oggi la versione di Fiorella Mannoia.

BRANO: FIORELLA MANNOIA – HO IMPARATO A SOGNARE.

 

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