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10 Dicembre 2015

Noi non parliamo soltanto agli altri ma anche a noi stessi, dimentichiamo troppo spesso che le prime due orecchie che sentono quello che diciamo sono le nostre. Anche quando non esprimiamo verbalmente alcuna parola, il nostro pensiero forma nel nostro cervello le parole che pensiamo o immagini simboliche corrispondenti quindi, siamo sempre in comunicazione almeno con noi stessi.

Le parole che utilizziamo e le immagini che pensiamo, contribuiscono a modificare la percezione che noi abbiamo dei fatti che ci accadono, delle sensazioni che proviamo, delle emozioni che ci coinvolgono. Non soltanto le parole incidono su questo aspetto, ma le parole e il parlarsi a sé stessi sono il focus di questo articolo.

Facciamo una prova immaginiamo, appunto, che stiamo assistendo alla Televisione, ad una notizia di una tragedia familiare accaduta in un paese vicino al nostro, e noi mentre la Tv commenta la notizia pensiamo o bisbigliamo dicendoci così:

  • Oddio senti cos’è successo, che tragedia – mi tremano le gambe all’idea che possa accadere a me – potrebbe proprio capitare anche a me di perdere la testa così…e cosa faccio? – Come reagirei? – Mio dio… che dramma… mi viene già l’ansia…senti che tachicardia – Appunto senti che ansia che mi ha messo questa notizia – dappertutto notizie tragiche e qua vicino a casa mia, mi verrà male alla testa oggi – ma come mai penso queste cose? – forse ho proprio paura che accada anche a me… e se capita cosa faccio? – mamma mia che Ansia

Questo circolo vizioso quando è innescato può farci fare anche un pericoloso corto circuito dagli effetti imprevedibili, perché ce lo siamo innescati da soli?

  • 92 parole usate in una sequenza di 10 frasi di cui 4 Domande/con dubbio, il tutto contenente all’interno le parole: 3v Ansia, 2 Tragedia, 1 Tremare, 1 perdere, 1 dramma, 1 tachicardia, 1 male, 2 Oddio; trasmettendo senso di impotenza, pericolo imminente, forte potenzialità e vicinanza dell’evento.

Pensi che stiamo semplificando troppo? Non è così, questo è un semplice esempio di come si creino “inutilmente” effetti negativi sul nostro sistema psicofisico, attraverso un uso scorretto delle parole e della nostra comunicazione interpersonale e intrapersonale.

Di fronte allo stesso evento/notizia cosa avremmo potuto dire o dirci più correttamente?

  • caspita purtroppo anche oggi un notizia brutta e triste, mi spiace per quelle persone a cui è accaduto un fatto così grave – per fortuna non è accaduto a persone di mia conoscenza o a me – mi auguro proprio di continuare a stare bene come ora nella mia famiglia – chissà quali saranno i motivi… – io amo la mia famiglia e i miei figli e farò di tutto perché non accadano mai, tra noi, cose così brutte o spiacevoli – dedico un pensiero o una preghiera a quelle persone che hanno subito questa brutta situazione.

I pensieri che noi facciamo sulle nostre percezioni e le parole che utilizziamo per descriverci o comunicare la nostra realtà, sempre più caotica e complessa, determinano le nostre emozioni e quindi poi le nostre condizioni psicofisiche e comportamentali. Ascoltarsi bene è dunque necessario e utile, a patto che poi ci si impegni anche a parlarsi costruttivamente e positivamente, mettendoci in condizione di agire per il meglio. Per allenare queste capacità contatta GRUEMP e il tuo life coach di fiducia.

Dott. Damiano Frasson
Formatore – Consulente – Coach di GRUEMP

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