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22 Marzo 2021

Nella prima parte di questo articolo vi ho parlato di Investimento, Rischio, Sistema ed ora proseguiamo ad approfondire gli altri 3 aspetti del cambiamento.

A questo punto siamo di fronte al principio di staticità o movimento perché o ci iniziamo a muovere in una qualche direzione assecondando il cambiamento e imparando a viverlo, interpretarlo, conoscerlo, gestirlo, oppure sarà il cambiamento a smuoverci.

Superate le resistenze inziali e motivati dal loro leader anche il gruppo di pinguini (del libro “Il nostro iceberg si sta sciogliendo” di John Kotter) trova le motivazioni necessarie per affrontare il cambiamento imparando a mettere Energia per ritrovare una nuova forma di Benessere che permatta loro un Miglioramento della propria condizione di vita.

4° aspetto: il concetto di ENERGIA.

Questo concetto si manifesta quando si inizia ad agire nel cambiamento. Da qualche parte o la natura, o altre persone, o noi stessi o i sistemi nei quali siamo inseriti, o le situazioni che si creano sviluppano diverse forme di energia, di dinamicità, di movimento, un lavoro che alimenta e smuove tutto. L’energia si può accumulare, certo, si può risparmiare, si può produrre, si può sviluppare, si può anche disperdere, si può consumare; una cosa è certa se noi speriamo che affrontare il cambiamento sia privo di dispendio di diverse forme di energia siamo molto fuori strada. A volte capita che le persone di fronte al cambiamento si aspettino che esso stesso li favorisca senza esserne direttamente partecipi, ciò rappresenta un’illusione se non si mette della legna nel caminetto come possiamo metterci di fronte e pretendere che questo ci scaldi? E se abbiamo anche la legna e il caminetto, se non accendiamo con il fuoco come potremmo produrre energia? Per continuare ad accumulare energia le persone hanno bisogno o di agire consapevolmente o di riflettere con focalizzazione, ma comunque anche il pensiero è un’azione dunque.

5° aspetto: il concetto di BENESSERE.

L’energia accompagna fin dalla notte dei tempi l’uomo per aiutarlo fin dall’età del fuoco o giù di lì a sviluppare il progresso, cioè a ricercare diverse e continuamente mutevoli forme di Benessere.
Se affronto un cambiamento mi devo chiedere senza dubbio quanto e quale tipo di benessere potrebbe portare alla mia vita? Se penso al benessere riesco a pensare specularmente anche al malessere, perché non è detto che il cambiamento sia positivo a priori e che per definizione soltanto per essere una condizione pressoché inevitabile sia sempre positivo e volto al benessere. Ciò che per altri potrebbe essere visto come benessere per qualcuno potrebbe essere una strada che porta al disagio, al malessere. Ecco che allora è molto importante avere coscienza di sé e delle proprie reali competenze o risorse personali per pianificare quali aspetti di questo possibile o inevitabile cambiamento possono avvicinarci di più ad un miglior benessere.

6° aspetto: il concetto di MIGLIORAMENTO.

Il concetto di miglioramento possiamo anche definirlo come crescita, sviluppo, incremento; appunto il migliorare, il sapersi migliorare sia a livello interiore, a livello relazionale, a livello cognitivo, che a livello emozionale, mirando a sviluppare comportamenti più efficaci ed efficienti. Migliorare è conseguenza proprio di cosa ne abbiamo saputo fare dell’opportunità di cambiamento che ci siamo trovati a gestire, che abbiamo voluto e progettato o alla quale ci siamo visti, in un certo senso, obbligati. Per migliorare serve applicarsi e formarsi su ciò che riteniamo siano i nostri punti deboli, facendo leva su quelli che sono i punti forti. Per fare questo miglioramento il Sapere, Saper Fare, Saper Essere e Saper Vivere e lavorare assieme agli altri, diventano colonne portanti di uno stile di vita volto all’apprendimento continuo e dunque al miglioramento. Se perdiamo questo nostro obbiettivo generale per la nostra vita personale e professionale, come è capitato a tutti noi di smarrire un po’ la bussola, ci stiamo accingendo a vivere un molto probabile arretramento, una sorta di iniziale peggioramento che può sfociare in un declino. Avete presente la nostra Italia? Tutti sanno da più di trent’anni come sarebbero andate le cose del mondo, tutti sapevano quali sviluppi e pericoli ci sarebbero stati, tutti sapevano che serviva prendere certe politiche e certe decisioni per tenere a galla l’Italia e gli Italiani nel mare della globalizzazione ma … a quanto pare siamo su un piano inclinato sempre più difficile da raddrizzare.

Ecco allora che siamo giunti alla consapevolezza che di fronte al cambiamento, le cose potrebbero migliorare ma anche peggiorare. Se intravediamo un cambiamento come una necessità che ci chiama e ci stimola allora dobbiamo agire e gestire il cambiamento, se invece rimaniamo passivi e immobili di fronte ad un cambiamento necessario, allora pur illudendoci che rimanendo fermi le cose non cambino, rischiamo che le situazioni si evolvano verso il peggio. A tutti noi piace di più parlare, scrivere e motivarci a riguardo dell’apprendimento, ma esiste anche il dis-apprendimento. Quando noi rimaniamo fermi per troppo tempo senza allenare alcuni muscoli del nostro corpo così come della facoltà della nostra mente, queste si assopiscono, si spengono, si intorpidiscono, si arrugginiscono, magari non scompaiono del tutto ma se delle risorse personali o strumentali sono inutilizzabili a nostro vantaggio e come non averle. Quindi di fronte al cambiamento ricordiamo sempre che anche se non lo vogliamo vivere, anche se a volte ci fa male e può essere persino doloroso, siamo destinati ad andare avanti, siamo volti al futuro, quindi se anche noi rimaniamo fermi, il resto del mondo avanza e noi potremmo trovarci molto, molto più indietro di dove avremmo la possibilità di stare. Senza investire risorse, senza rischiare, senza una mentalità sistemica, senza mettere energia, senza prevenire e progettare il nostro benessere, senza una volontà graduale ma costante di miglioramento, il rischio che tutto ciò che di buono la scienza, la conoscenza, l’umano progresso ci propone diventino un boomerang che colpendoci ci ferisce e e ci spinge verso il peggioramento è molto alta. Ma noi dobbiamo essere fiduciosi e costruttivi, quindi ci auguriamo di trovare quelle disponibilità e quella forza d’animo che ci permetta di trovare una strada per proseguire la nostra corsa verso un “intimo successo” stando al mondo, nel mondo assieme agli altri, al passo con il mondo.

Fine seconda parte – Trovi la prima parte e altri articoli su www.damianofrasson.it/blog

Dott. Damiano Frasson
Formatore, Life & Business Coach

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