Come sempre accade dopo la risonanza mediatica post olimpiade ecco tornare alla ribalta il ruolo strategico del mental coach. Lo sport professionistico da alcuni anni ha riscoperto la centralità e l’utilità di questo tipo di professionista, che per la verità nel mondo del business non è poi così nuovo. Su questo tema ora si faranno articoli, interventi, convegni e si sprecheranno aggettivi e roboanti definizioni. Personalmente vorrei dare un contributo alle riflessioni in corso spiegando che già da molti anni nell’ambito della crescita personale, del life coaching e del Coaching aziendale si adottano tecniche, metodi, strategie che possono aiutare qualsiasi persona, non soltanto gli atleti, ad incrementare le performance personali e lavorative, a meno che non si soffra di patologie psichiche che richiedono cure specifiche con metodi psicologici clinici in uso da psicologi o psicoterapeuti. Personalmente con il Team GRUEMP, come spiego nel mio libro Allenate competenze trasversali ed. FrancoAngeli 2011, aiuto da 28 anni imprenditori, manager, professionisti, ma anche giovani studenti, genitori, team a migliorare nella capacita di gestione del proprio potenziale umano e di quelle abilità- competenze di pensieri e comportamenti che vanno sotto il nome di “soft skills”. Ogni nostra attività impegnativa o situazione ad elevato grado di complessità può infatti rientrare in un’ottica prestazionale (performance).
Per approfondire visita https://gruemp.it/mental-sport-coaching
Il sapersi porre obbiettivi, il sapersi motivare per affrontare e superare gli imprevisti e il saper affrontare le mille insidie di un percorso necessario per raggiungere il “proprio personale successo”, sono tra i fattori chiave di cui si occupa il mental coach. L’ambito quindi nel quale un mental coach può essere di aiuto sono i più disparati e vanno dai contesti lavorativi, a quelli scolastici, a quelli sportivi, a quelli sanitari, a quelli personali o famigliari. Forse vale anche la pena precisare che non necessariamente il mental coach serve quando si ritiene di avere dei “problemi” di Focus motivazionale, ma anche quando si desidera intraprendere un percorso di riorientamento, di riorganizzazione, di sviluppo o potenziamento di determinate abilità che non sono soltanto da intendere come prettamente “psichiche” ma in una visione più ampia e aggiornata con una visione sistemica e molteplice della persona e del fattore umano. Forse sarebbe utile superare l’idea riduzionista che la mente è solo psiche, la nostra mente coinvolge tutto il nostro “essere umani”, coinvolge aspetti cognitivi, emozionali, caratteristiche corporee, alimentazione, respiro, concentrazione, comportamenti costruttivi.
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Ecco perché un mental coach non è un tuttologo ma un esperto di scienze umane, motivazione e neuroscienze, che si integra anche con altri professionisti, per aiutare una persona a migliorare se stessa indicando una strada più agevole per riuscire ad esprimere tutto il potenziale ancora inespresso e per migliorare in modo significativo le proprie performance. Ogni persona è diversa e questo un buon mental coach lo sa bene, per questo serve saper creare un rapporto di reciproca fiducia basato sull’ascolto per poter poi creare assieme al proprio cliente-manager- atleta un intervento specifico, personalizzato, unico ed efficacie. Ogni giorno abbiamo bisogno di saper esprimere il meglio di noi stessi, tutti noi abbiamo delle medaglie da vincere per ottenere il nostro successo perdonale nel lavoro e nella vita. A volte può sembrarci che la vita premi spesso i “furbetti”, o i meno “corretti” ma alla lunga si dice che il tempo è galantuomo, vincono i più competenti, i più resilienti, i più forti e coerenti, i più allenati mentalmente.
Dott. Damiano Frasson – Formatore e mental coach
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