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2 Giugno 2016

Tutto ciò che viviamo attraverso i nostri sensi, entra dentro di noi e viene elaborato dal nostro cervello, poi si mixa con le nostre rappresentazioni della realtà, schemi mentali, euristiche di pensiero e come risultato abbiamo una continua rielaborazione dei nostri pensieri, emozioni e comportamenti. L’apprendimento, fin dalla notte dei tempi, è uno dei mezzi più efficaci, se non il più efficace, per incrementare attraverso nuove conoscenze, le capacità umane percettivo sensoriali, cognitive, emozionali.

La formazione sulle soft skills (competenze trasversali), che propone metodologie pratiche esperienziali, ha come nucleo il concetto di apprendimento e come obbiettivo il miglioramento di competenze che possono essere sviluppate proprio attraverso un utilizzo ottimale di conoscenze, abilità, pensieri, emozioni e azioni più coerenti. Allora imparare ad usare meglio il nostro cervello non significa abbandonare il sentiero dell’emozione o dello spirito, o privilegiare soltanto ciò che definiamo “razionale”, ma significa perseguirne una necessaria e importante capacità di integrazione tra questi aspetti. Le nostre capacità soft-esistenziali (soft skills) possono essere espresse con tutto il nostro essere psicofisico (corpo e mente sono integrati e collegati). Voler bene al proprio cervello significa preservarlo, conoscerlo e utilizzarlo in modo propositivo, dinamico, potente. Acquisendo questo tipo di consapevolezza crescerà anche il nostro interesse per apprendere, per migliorare, per scoprire e fare pratica su tecniche e modalità comportamentali che facilitano il benessere e la qualità delle nostre performance personali e professionali.

Comunemente si ritiene che gli aspetti che riguardano i meccanismi e le proprietà del nostro cervello siano competenze esclusive di psicologi, psicoterapeuti, medici, ma non è così. Certamente ci sono professionisti e figure professionali che più di altri si occupano di questioni “mentali” e “patologie” grazie a specifici studi, ma relegare o assegnare in via esclusiva a questi la possibilità di esprimere competenze utili al nostro sistema corpo/mente appare ormai un errore quantomeno di prospettiva.

Di sicuro filosofia, formazione, pedagogia, antropologia, sociologia, psicologia, neuroscienze, biologia e altre si possono integrare verso un approccio che metta al centro il soggetto umano come sistema in grado di esplorare ed esplorarsi, conoscere e conoscersi, gestire e gestirsi, allenandosi ad una costante prevenzione e manutenzione del proprio grado di salute, benessere e apprendimento. Nel caso in cui vi siano delle possibili patologie o rilevassimo in noi dei disagi acuti che ci impediscono di avere una vita “sana” è da evitare il fai da te ma è invece opportuno rivolgersi al proprio medico di base che è il primo responsabile della nostra salute.

Scritto da: Damiano Frasson
www.damianofrasson.it
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